DIFFICOLTÀ: media / difficile a tratti
TEMPO DELL’ESCURSIONE: 6-7 h
DISLIVELLO IN SALITA: 1100m
NUMERO SENTIERO: 532 e 578
LUOGO DI PARTENZA: Campitello di Fassa
Diciamocelo chiaro, a me e a Scott le cose facili non ci sono mai piaciute, ed è per questo che questa volta vogliamo portarvi in un’altro piccolo angolo di meraviglia, qui in Val di Fassa, nella bellissima Val Duron (2100 m) e poi un pochino più su, fino al Rifugio Alpe di Tires, un posto che sicuramente vi rimarrà nel cuore.
Per chi la conosce, e lo sa la strada e il sentiero per questa valle partono da Campitello (1448 m), piccolo paesino della val di Fassa, un pò sopra il centro del paese si trova una strettoia e si sale con la macchina fino a un grande parcheggio, dove sicuramente ci saranno altre macchine, essendo un posto frequentato da molti escursionisti. Si può salire fino all’iniizo della valle anche con le tante navette ( a pagamento), ma credo che il bello di andare in gita sia proprio il fatto di faticarsi la meta.

“Sei d’accordo con me Scott vero?” 😉
No no no, per lui sarebbe meglio il passaggio, ma non possiamo sempre dare retta ai nostri amici a quattro zampe, altimenti ci perderemmo la gioia e la bellezza nel scoprire passo a passo questo posto meraviglioso. Quindi Scott, scusami, perdonami, ma andiamo a piedi!
Dal parcheggio parte quella che noi, in gergo ladino chiamiamo “la Lesta”, cioè la super salita in cemento che stronca le gambe già dall’inizio, finita questa troveremo un sentiero non asfaltato, caratterizzato da alcune salite e tratti pianeggianti che ci porteranno all’inizio alla Baita Fraines. Continuando in mezzo ai prati verdi in un’oretta e mezza, con un ultimo sforzo, e con l’ultimo tratto erto, arriviamo finalmente al Rifugio Micheluzzi (1860 m), fino a qui vi porteranno anche le navette. Da qui possiamo proseguire nella nostra escursione, che ci porterà fino all’inizio della strada del Passo Duron, lì proseguiremo il giro un’altro giorno. Dal Rifugio possiamo prendere la strada forestale che ci porta verso il Sassopiatto, oppure seguire il sentiero che proseguirà dietro il rifugio. Da lì abbiamo una vista spettacolare, abbiamo il torrente che passa sulla sinistra, e grandissime distese di prati verdissimi tutt’intorno. Una meraviglia insomma!

In 20 minuti circa seguendo il sentiero 532, arriviamo alla Baita Lino Brach. Una sosta
obbligatoria, un punto di riferimento per molti escursionisti che almeno una volta hanno avuto la possibilità di fermarsi.
Consiglio comunque sempre di tenerlo legato il cane se ci sono tante persone, per correttezza, e per rispetto di chi magari, non li ama come noi. E anche per evitare che un cagnolone come Scott salti in braccio a chi con un buonissimo piatto di polenta a tavola sta mangiando in pace. Scott quando vede il cibo non riesce più a capire niente! 😉 Il proprietario della Baita era Giorgio Dantone, era considerato il “re” della valle, conosciuto da tutti, e amato da chiunque fosse passato di là. Sfortunatamento è venuto a mancare nel 2020 e da allora continua a portare avanti il Rifugio la moglie Marina, insieme al formidabile Carlo Budel, conosciuto da tanti perché gestore anche della Capanna a Punta Penia, il rifugio più alto delle Dolomiti in Marmolada.
Lasciandoci alle spalle quest’ultimo rifugio possiamo proseguire la nostra escursione, seguendo sempre la strada che ci porterà prima al Passo Duron e poi alla nostra meta finale fino al Rifugio Alpe di Tires. La strada per raggiungerlo è abbastanza erta, e caratterizzata da alcuni tornanti. Raggiunto il Passo Duron (2204 m) possiamo godere di una vista spettacolare sulla Val Duron, sul Sasso Piatto (2964 m), sul Gruppo del Catinaccio (3004 m), e sulla bellissima regina, la Marmolada (3343 m). Di fronte a noi troveremo i Denti di Terra Rossa (2600 m), e il Molignon (2054 m) e di li a poco, in poco più di mezzoretta possiamo raggiungere il RIfugio Alpe di Tires (2440 m).
La fatica sarà tanta, perchè specialmente l’ultimo pezzo è davvero difficile, vi dirò, abbiamo dovuto dare qualche spintarella a Scott per arrivare in cima, ma raggiunta la nostra destinazione, il panorama lassù è davvero spettacolare.

Di questo rifugio ne parleremo ancora, quando vi racconteremo del nostro formidabile Giro del Sasso Piatto. Anche lì, la fatica è tanta, ma lo spettacolo del paesaggio che ci circonda è davvero immenso. Arrivati al Rifugio, respirando e riprendendo fiato possiamo fermarci, sederci a fianco del nostro pelosetto, congratularci con lui per la fatica fatta, e anche con noi stessi, guardare lo spettacolo che ci troviamo davanti pensando davvero di aver raggiunto ancora una volta, un angolo di Paradiso stupendo.
“Sei d’accordo con me Scott?”
