La storia di Baita Prà Solìo: il sogno della famiglia De Sandre che diventa realtà

Per Dolomiti da sogno, il 2022 sembra essere un anno davvero molto fortunato, anche perché abbiamo avuto il grandissimo piacere di ascoltare la storia di Arianna De Sandre e della Baita Prà Solìo, che vi raccontiamo in questo articolo. È la storia di un sogno che grazie alla passione e alla grande forza di volontà della famiglia De Sandre è diventata realtà. Nei primi giorni del 2022, per iniziare alla grande questo nuovo anno, siamo stati personalmente aBaita Prà Solìo per conoscere Arianna e per assaggiare i piatti gustosissimi di suo padre Tito. Ora vi raccontiamo la loro storia e la nostra esperienza 🙂

Foto di Diego Gaspari Bandion

“Dietro Baita Prà Solìo c’è prima di tutto un sogno, quello dei miei genitori, che si innamorarono del posto in cui oggi sorge il ristorante, un grande prato circondato dalle montagne più belle” ci racconta Arianna. E come dargli torto? Appena si arriva qui si respirano una forte energia e un senso di appartenenza a questo luogo, alla sua natura.

Baita Prà Solìo si trova a San Vito di Cadore, e la si può raggiungere scendendo lungo la strada che porta al Lago di Mosigo, ma seguendo le indicazioni a destra percorrendo tutta Via Geralba. Il ristorante viene inaugurato da Arianna De Sandre e suo papà Tito nel Dicembre del 2004, con Arianna appena quindicenne ad occuparsi della sala e Tito completamente autodidatta che entrò in cucina e scoprì subito una dote e una passione innate.

Per i primi anni mio papà si è occupato personalmente della gestione, concentrandosi principalmente sulla cucina. Nel 2015, a 26 anni, dopo gli studi e un’altra esperienza nella gestione di un rifugio, decido di entrare in azienda in modo definitivo.

Il ristorante negli anni aveva guadagnato un ottimo successo, ma mi accorsi che l’organizzazione e la comunicazione andavano migliorati, per dare maggior cura al cliente, valorizzare quello che facevamo e far lavorare al meglio le persone.Mi resi conto della grande fortuna che avevo, delle potenzialità del locale ed iniziai a coltivare il mio interesse per il mondo del cibo e del vino. Iniziare a frequentare gli altri ristoranti, leggere, condividere, studiare, mi permise di acquisire nuove conoscenze e di adattarle alla Baita.

Complici l’orgoglio, il desiderio di migliorare continuamente e la necessità di avere sempre un obiettivo da raggiungere, in questi anni ho cercato di creare un luogo in cui valorizzare il cliente, le persone che lavorano con noi e il nostro territorio.Devo dire che senza papà Tito, che con determinazione ha portato avanti il sogno di famiglia e che mi ha sempre appoggiata e seguita, tutto questo non sarebbe mai stato possibile.

Foto di Diego Gaspari Bandion

Nel nostro pranzo allaBaita Prà Solìo ci siamo lasciati condurre da Arianna sulla scelta del vino. Dovete sapere che Arianna nutre una forte passione verso il vino naturale e nella carta dei vini dellaBaita Prà Solìo si trovano alcune bottiglie davvero molto molto interessanti.

La passione per il vino naturale nacque grazie ad una ragazza che un giorno si presentò nel mio locale con una bottiglia e da lì mi si aprí un mondo! Devo dire che mi appassionai subito, per due motivi: il gusto senz’altro più vero, pulito e diretto di questi vini e il modo in cui vengono prodotti, nel rispetto della terra e della tradizione. Valori che già mi appartenevano ma che compresi e feci miei in maniera ancora più forte. È questo che mi ha spinta a seguire questa strada.

Inizialmente non è stato facile, con una clientela abituata ad un altro tipo di bevuta. Mi ci è voluto un po’ di tempo prima di decidere di compiere il passo definitivo verso una carta completamente naturale e la spinta finale è arrivata anche con l’aiuto del mio compagno, grande amante e conoscitore del vino naturale, che mi ha aiutata a selezionare le etichette che meglio potessero adattarsi alla mia realtà.

Gnocchi di patate viola del nostro orto, funghi gialletti e fonduta di stracchino stagionato –Foto di Giuseppe Ghedina

Ad una buonissima bottiglia di Lottai (Tai Rosso) della cantina Indomiti abbiamo accompagnato dei piatti super squisiti che rispecchiano perfettamente la tradizione, la filiera corta e il forte legame con il territorio. Tra i piatti che abbiamo scelto, la selezione di formaggi del caseificio Piccolo Brite e dell’azienda agricola Sanwido, gli gnocchi di patate viola del loro orto con stracchino stagionato del Piccolo Brite, funghi e nocciole, i canederli di Tito, i crostoni di lardo e radicchio, insomma.. una vera e propria gioia per tutti i nostri sensi!

Arianna e Tito amano le radici del loro territorio e le sue tradizioni. “E ammiro le persone che stanno dietro ad un piatto, ai suoi ingredienti. Le persone che lavorano la terra, allevano gli animali, che trasformano ciò che la natura regala” aggiunge Arianna.

Illustrato da: Marabì Illustration

Fin da subito la scelta di mio papà Tito è stata quella di seguire la tradizione, di creare una cucina “di casa” utilizzando pochi ingredienti ma ben selezionati. Io ho seguito la sua linea e negli anni ho cercato di creare sempre più collaborazioni con produttori locali e regionali.

Molti ingredienti che utilizziamo seguono la filiera corta, a partire dalle patate ed altre verdure che arrivano direttamente dal nostro orto, e quando esauriamo le scorte ci appoggiamo a coltivatori della zona.Poi ovviamente salumi e formaggi di allevamenti locali, uova, farina, pasta e parte della carne.

La preparazione dei piatti ha come finalità quella di esaltare la materia prima, lavorandola il meno possibile.Scegliamo gli ingredienti in base alla stagionalità, seguendo le nostre emozioni e il nostro istinto.Per me è una necessità lavorare il più possibile nel rispetto della natura e cerco di trasferire questo importante valore al mio staff e ai miei clienti.

Cestino di pasta brise con mousse di ricotta di capra dell’azienda agricola “Sanwido” su crema di fagioli –
Foto di Giuseppe Ghedina
Coniglio “in tecia” di Nina, la ricetta di come lo preparava la nonna al vino bianco ed erbe aromatiche –
Foto di Giuseppe Ghedina

Nel giardino dellaBaita Prà Solìo si trova poi una vera e propria chicca che rende questo luogo ancora più magico: una vecchia botte recuperata dalla cantina di un vignaiolo che Arianna e Tito decisero di trasformare in un privée con un piccolo tavolo per due.

Lui in poco tempo la restaurò ed io mi occupai di come rendere l’esperienza unica. Pensai di proporre due percorsi che parlassero del nostro territorio e delle nostre tradizioni: un menù con i piatti di una volta e un altro con solo materie prime locali, proponendo in abbinamento vini e birre del bellunese. La scorsa è stata la terza estate da quando l’abbiamo inaugurata e ogni anno cerco di migliorare l’esperienza. Dalla prossima estate sarà presente una seconda botte un po’ più grande, ancora non so se replicherò l’idea della prima o se creerò un percorso diverso, mi lascerò ispirare una volta che sarà pronta!

Arianna è davvero una fonte inesauribile di idee e di “cose belle”.. pensate che d’estate, da un paio di anni, organizza “Racconti, vini & vinili”, ossia degli aperitivi in mezzo al prato con i vini di una cantina del bellunese e prodotti locali, con sottofondo la musica di un vecchio giradischi.

Abbiamo a cuore questo luogo, e non vedevamo l’ora di raccontarvi la storia di Arianna e Tito e della loro bellissimaBaita Prà Solìo. Ve la consigliamo vivamente, in qualsiasi stagione.
Ps. consigliamo la prenotazione. Vi basterà chiamare il 347 162 8505 e Arianna o le sue ragazze vi riserveranno sicuramente un tavolo e vi aspetteranno per un’esperienza davvero unica nel cuore delle Dolomiti.

Polenta fatta sul fuoco come da tradizione –Foto di Diego Gaspari Bandion

Foto di Giuseppe Ghedina eDiego Gaspari Bandion