Raccontare queste storie di vita sulle Dolomiti ci emoziona ogni volta, in particolare se si tratta di storie come quella di Tommaso Lizzi, ora gestore del Rifugio Giaf, e del suo forte legame con le Dolomiti Friulane. Abbiamo chiesto a Tommaso di raccontarci un po’ di lui, di Marco e Alessandro che sono gli altri due ragazzi che lavorano con lui nella gestione del rifugio.
“Sono cresciuto tra le colline e le Dolomiti Friulane. Sempre all’aria aperta. Appassionato di viaggi, avventure, outdoor, natura e cibo sano. Ho vissuto per lungo tempo viaggiando in giro per il mondo, dal’ Europa alla Nuova Zelanda Australia Asia Canada e Alaska. Ho imparato molto su me stesso e sul mondo, entrando in contatto con diverse realtà e modi di vivere, ma soprattutto ho imparato dalla Natura, l’ho osservata lentamente con curiosità, mi sono perso in essa, a cuore aperto. Questo mi ha insegnato a viverla e a cercarla ogni giorno. A piedi e in silenzio, il più delle volte, ma anche in canoa e bicicletta. Sempre con un paio di libri nello zaino: Terzani, Jack London, Herman Hesse, Kerouac, Rigoni Stern. Libri di viaggi e di avventure, di storie di vita vissuta, di esplorazioni e scoperte.
Nel 2018 una volta tornato a casa ho intrapreso il percorso per diventare Accompagnatore di Media Montagna (Mountain Leader) nel collegio delle Guide Alpine e da li mi si è aperta la possibilità di prendere in gestione il Rifugio Giaf, che si trova nel comune di Forni di Sopra, mio paese di origine. Con Alessandro e Marco abbiamo partecipato al bando del rifugio e abbiamo vinto, diventando cosi gestori di questo stupendo Rifugio Alpino. Il ritornare a casa dopo lunghi anni di vita vissuta all’estero tra avventure e lavori sempre all’aria aperta e ritrovarmi a gestire un rifugio sulle montagne di casa beh è un emozione non da poco. Essere rifugisti è un po’ come essere custodi, non solo del rifugio stesso ma di tutto il contesto in cui questo è inserito: gli alberi, le piante, gli animali del bosco, le montagne, i sentieri, ma anche la cultura e le storie del luogo, e i silenzi. Di sicuro le esperienze vissute all’estero mi hanno dato ed insegnato molto, dal modo di relazionarmi con le persone che vengono a stare con noi, al trovare le soluzioni più disparate per risolvere quei piccoli problemini che capitano vivendo in un rifugio di montagna, ma queste sono le cose più belle.
Alessandro arriva a Forni di Sopra, da Roma, seguendo le sue passioni, e si innamora immediatamente di questo luogo che dà ogni giorno la possibilità di scoprire la bellezza selvaggia delle Dolomiti Friulane. Da sempre la curiosità lo ha spinto a viaggiare, zaino in spalla, verso il nord del mondo, lungo la costa nord dell’isola di Vancouver, così come nelle foreste pluviali dell’arcipelago della Regina Carlotta, sotto ai ghiacciai dello Yukon e attraverso le distese della Tundra canadese fino al Mar Glaciale Artico nei Territori del Nordovest. Torrentismo e speleologia gli hanno permesso di esplorare grotte inviolate in Italia e Albania. Le montagne e la natura gli hanno dato la possibilità di conoscere sé stesso e di seguire il sogno di gestire un rifugio.
Marco lascia gli amati comfort della sua vita cittadina (Roma), per un angolo di paradiso dolomitico dove decide di sposare in tutta pace, opera e lavoro, dovere e vocazione, cucina e filosofia (le sue passioni). Si ma come? Raccogliere l’acqua di un fresco ruscello di montagna per farne un brodo è davvero la via giusta per questo matrimonio? Lui è pronto a scommetterci. Del resto ama da sempre funambolare sul filo teso tra superstizione e magia, là dove l’acqua non è solo h2o e la chimica cede il posto a compiaciute (e soggettive) teorie vibratorie. Accanito sognatore, tra tutte le emozioni considera regina la nostalgia, e non disturbatelo mentre vi indugia in silenzio. Per niente al mondo baratterebbe un panorama o un profumo per le vostre futili chiacchiere.”
Il legame di Tommaso con le Dolomiti Friulane è davvero incredibile, tanto che gli abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa di più sul rapporto che ha con questo territorio e sulle emozioni che gli provoca.
“Beh il legame è forte, lo sento giorno dopo giorno. Le dolomiti Friulane sono aspre e selvagge e vanno di sicuro capite e accettate cosi come sono. Il bello di essere rifugista è che si lavora in un contesto da favola..la mattina all’alba domina il silenzio, l’enrosadira arriva in silenzio e tinge le pareti delle montagne di rosa e rosso, un fenomeno da togliere il fiato ogni volta. La cosa più bella, a parte ovviamente i panorami favolosi, è il sentire sulla pelle e notare il cambiamento delle stagioni, dalla primavera, all’estate, all’autunno. Durante la stagione estiva, noi apriamo solitamente da fine maggio a fine settembre, e siamo operativi ogni giorno, il rifugio diventa la nostra casa, giorno e notte per quasi 5 mesi. È bellissimo stare lassù tutti insieme. Hai i suoi pro e i suoi contro ovviamente, come ogni altra cosa d’altronde. La bellezza del rifugio è la conviviali che si crea tra le persone che scelgono di pernottare da noi. Si raccontano e si condividono storie di montagna, di viaggi e di culture differenti. Tutto molto bello e appassionante. Nei periodi più pieni, ossia Agosto può succedere che non ci sia sempre tutto il tempo per chiacchierare con tutti però ce la mettiamo davvero tutta per accogliere tutti con un sorriso e con gioia.”
Tre escursioni consigliate da Tommaso Lizzi che si possono fare nei dintorni del Rifugio
Quello più blasonato e fattibile per tutti è il famoso Anello di Bianchi: L’anello, inserito nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, non presenta difficoltà alpinistiche di sorta, ha un dislivello di ca. 350 m. ed è percorribile in ore di cammino a passo normale, comprese le pause per ammirare il paesaggio. La vista spazia su tutta l’alta val Tagliamento dove sorge lo splendido paesino di Forni di Sopra, ma soprattutto su tutti i Monfalconi di Forni, ossia la parte di Dolomiti Friulane che si stagliano nel cielo proprio a ridosso del Rifugio Giaf.
L’escursione per antonomasia del rifugio giaf è la salita alla Forcella Scodavacca che è il simbolo delle montagne di Forni, una delle forcelle più ampie di tutto il Parco e delle Dolomiti. Rappresenta il confine con la regione Veneto ed il comune di Lorenzago di Cadore. Dalla Forcella si possono ammirare il Pelmo, il Civetta, l’Antelao e molto molto altro. Da qui parte la via normale per la salita al Monte Cridola, la nostra vetta più rappresentativa e più alta (2581 m.)
Un’escursione stupenda da fare sicuramente se visita il Giaf è raggiungere quello che noi definiamo il “nostro paradiso”, ossia una località chiamata “campuros”.. una prateria alpina a 2000 metri circondata da guglie dolomitiche con un ruscello che scorre su uno dei suoi lati, in 2 ore e 30 minuti lo si può raggiungere dal Rifugio seguendo il sentiero CAI 361 che passa anche per la bellissima Casera Valbinon. Questo sentiero fa parte del famoso Truoi dai Sclops o sentiero delle genzianelle, un’ attraversata fantastica dal Giaf al Rifugio Pacherini (l’altro rifugio nel comune di Forni di Sopra.
Per avventurieri: Dal Giaf parte o passa anche L’ anello delle Dolomiti Friulane, un’ avventura di 4 giorni che attraversa quasi la totalità del Parco e tocca 4 rifugi: Giaf appunto, Pacherini, rifugio Pordenone e rifugio Padova. Provare per credere!
La vita da rifugista raccontata da Tommaso Lizzi e i suoi consigli per approcciare a questo mondo
“La vita da rifugista porta con se due aspetti, diciamo cosi, la parte romantica del vivere in alta montagna circondato dai silenzi dei boschi e delle rocce, panorami da togliere il fiato e aria pulita e sana, e la parte lavorativa che è abbastanza dura, per la mole di lavoro a cui dobbiamo far fronte, le tante ore che ogni giorno ci occupano per far funzionare tutto, e il mantenimento e la gestione di luoghi tanto belli quanto fragili. I momenti più belli sono senza dubbio le risate e le serate intorno ad un fuoco da campo sotto le stelle, e la condivisione di tutto questo con amici, colleghi, ma anche persone appena conosciute o solo di passaggio. La parte un po’ più dura è probabilmente la parte logistica per far funzionare tutto in rifugio, ma è anche la parte più interessante e anno dopo anno si cerca di migliorare sempre. Avere un buon team è fondamentale, ci vuole una buona organizzazione di base, noi siamo in tanti e cerchiamo di creare anche un sacco di attività extra, eventi, escursioni, serate, campi estivi ecc, ma soprattutto cerchiamo sempre di creare quel senso di famiglia e di appartenenza che fa lavorare tutti meglio. Di base siamo 5 o 6 persone fisse con altri 3 o 4 che tornano durante i mesi di apertura.”
Quali sono i consigli che ti senti di dare a qualcuno che vuole intraprendere questo tipo di attività?
“Beh che è una scelta di vita decisamente fuori dall’ordinario ma è davvero stupenda per tantissimi versi: vivere a contatto con la natura, in luoghi apparentemente inospitali ma che se assecondati e capiti sono molto accoglienti. Ma presenta anche aspetti più duri e razionali che bisogna tener conto, lassù si è in balia delle condizioni meteo, che soprattutto d’estate possono creare parecchi danni, si lavora molto e bisogna essere pronti ad ogni evenienza. Avere una mentalità aperta credo che sia molto importante.“
Quali sono data la tua esperienza gli step da seguire per prendere questa strada?
“Come prima cosa bisogna conoscere bene il territorio ed il contesto in cui sorge il rifugio, conoscere la cultura locale e farne parte. Il lavoro più importante di un rifugista è fornire sempre le corrette indicazioni ed informazioni agli escursionisti, sulla tipologia di sentieri che vorrebbero affrontare e sulle sue condizioni e sulla sua fattibilità. Questo è il lavoro essenziale che un rifugista deve saper fare e sta alla base di tutto quello che un rifugio può offrire: che sia una bella accoglienza, un buon piatto caldo e un letto per riposare.”
Il Rifugio Giaf è un luogo pieno di idee, di positività, di bellezza, e tutto il team cerca sempre nuove attività da inserire nel programma estivo.
“Dall’anno scorso” ci racconta Tommaso “abbiamo iniziato ad ospitare qui in rifugio dei campi estivi per bambini della durata di una settimana, organizzati e preparati da noi e da persone molto competenti in ambito educativo e creativo. Abbiamo riscosso un grosso successo e stiamo puntando ad incrementare il numero di settimane da proporre per la stagione 2023. Ci saranno come sempre weekend Yoga ed Escursionismo, una due giorni di pratiche e camminate in quota con il mio supporto come Guida e di due fantastici insegnanti di Yoga. Escursioni in notturna ammirando la luna piena ed escursioni all’alba per godersi a pieni polmoni l’aria pulita e fresca del mattino. E molto altro..”
Non vi resta che mettere in calendario questa meta per le vostre prossime escursioni estive sulle Dolomiti Friulane. Nel frattempo potete rimanere aggiornati seguendo gli aggiornamenti del Rifugio Giaf sul sito rifugiogiaf.org, sui loro canali social Facebook e Instagram.
Noi ci sentiamo in dovere di ringraziare di cuore Tommaso e tutto lo staff del Rifugio Giaf per averci raccontato questa bellissima storia di vita sulle Dolomiti Friulane e Matteo Galesso per aver fatto da tramite e per averci fatto conoscere questo bellissimo angolo di paradiso.