Dal sogno alla chiamata del Rifugio: sarà Elena Bergamin a gestire il Rifugio Sasso Bianco

Qualche giorno fa abbiamo ricevuto la telefonata di Elena che ci comunicava con un entusiasmo contagioso che dalla prossima stagione estiva inizierà a gestire il Rifugio Sasso Bianco, sotto l’omonima cima, nel comune di San Tomaso Agordino, con una vista sul civetta da togliere il fiato. 

In questa storia di vita sulle Dolomiti vogliamo presentarvela, raccontarvi la sua storia che ci ha emozionati e colpiti fin dal primo momento (e che non vi nascondo, ha suscitato in noi anche un po’ di sana invidia) per cercare di trasmettervi le stesse emozioni che ha suscitato a noi e anche un po’ di curiosità nel voler salire al Rifugio per conoscerla e per scoprire la bellezza di quel luogo. 

“Sono Elena Bergamin, 25 anni, sono una ragazza curiosa, estroversa, testarda, empatica ed altruista. Mi diverte organizzare eventi e feste per i miei amici, creare occasioni per incontrarsi e passare del tempo di qualità insieme.” ci racconta Elena. 

“Cresciuta nel Varesotto, mi sono trasferita a Milano dove ho vissuto 3 anni per studiare Design al Politecnico di Milano. Con la pandemia sono rientrata a casa dei miei a Varese e successivamente partita per un’esperienza all’estero in Corea del Sud. Attualmente sto scrivendo la tesi e collaborando su alcuni progetti con il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano. Sin da bambina le mie vacanze preferite sono state in montagna! Nonostante sia una persona estremamente estroversa ed abituata ai ritmi della città,  passare del tempo in montagna immersa nella natura è per me essenziale per riorganizzare i pensieri, pensare in modo divergente e con gli anni la montagna da “vacanza con i genitori” è diventata sia un’occasione per fare un’attività differente con gli amici (che trascino tutti a fare trekking) che modo di prendermi del tempo per me stessa.

Durante gli anni dell’università non sono mai stata ferma sia partecipando a diverse attività extra scolastiche che cercando qualche lavoretto da fare durante l’estate. Il mio amore per la montagna nel 2018 mi ha portato ad incontrare i proprietari del rifugio Sasso Bianco, posto in cui da lì in poi ho passato tutte le mie estati aiutando i proprietari nella gestione del Rifugio.”

Elena ci racconta che il cambiamento concreto più grande che dovrà affrontare, sarà quello di doversi trasferire e mettere “in pausa” tutte le attività che ha in corso a Milano per potersi dedicare al 100% al Rifugio e a tutte le attività ad esso connesse. Il cambiamento più astratto invece, quello interiore, più profondo, sarà proprio il dover entrare in una nuova forma mentis imprenditoriale e proiettata in una diversa dimensione che prevede appunto la gestione di una nuova attività. Al momento mi sto occupando sia della parte burocratica ed amministrativa che della parte di marketing e sponsorizzazione. Ogni giorno mi rendo conto che mi manca un pezzo, che non so qualcosa, e questo mi stimola a fare sempre meglio a continuare per ottenere il meglio per il Rifugio che mi è stato affidato.”

La chiamata dal Rifugio 

“Dal primo anno che sono stata in Rifugio mi sono innamorata di quel posto, con tutti i suoi difetti e limiti. Mi sono sentita parte di qualcosa che era distante dalla mia realtà quotidiana e in un qualche modo ho capito di appartenere a quel posto, o che faceva parte di me, non saprei, punti di vista. Negli anni è cresciuto il legame e la fiducia tra me e i proprietari del rifugio, Michele e Luciana. Ho curato questa relazione con dedizione e affetto per amore e rispetto del luogo in cui ero stata ospitata e in cui mi hanno accolto. L’estate scorsa, in una sera di fine Agosto mentre guardavamo scendere il Sole sul Civetta, Michele mi ha detto che non avrebbe aperto per la stagione 2023 e che se avessi voluto lui mi avrebbe lasciato in gestione l’attività. Questa notizia ha smosso qualcosa dentro di me e mi ha fatto capire che non riuscivo a sopportare l’idea che un luogo magico come quel rifugio potesse rimanere chiuso.  Diciamo che non ho deciso del tutto di intraprendere questa avventura, ma lei ha scelto me!



Purtroppo però essendo un impegno molto grande non potevo farlo da sola, anche se nel mio cuore era già un si. Nel concreto nei mesi successivi ho cercato tra i miei amici qualcuno che volesse buttarsi in questa avventura con me, senza successo purtroppo, fino all’inizio 2023 quando ho conosciuto Alessandro, 25 anni cuoco di Milano amico di amici, che mi ha detto “facciamolo!” e quindi avendo le risorse necessarie per poter procedere ho chiamato Michele e gli ho detto “Si fa!”. Mi ricordo con affetto la risposta di Michele “No potrei essere più contento”. E così da una chiamata di una panchina di Milano è iniziata ufficialmente la mia avventura! Il mio sogno si è concretizzato. Da quel “si” poi ovviamente è diventato tutto più reale e concreto, con Alessandro abbiamo iniziato a programmare la Stagione 2023. Il supporto di Luciana e Michele è fondamentale in questa esperienza, anche grazie al rapporto che si è creato tra di noi, ci hanno dato piena disponibilità nell’aiutarci ad aprire.  Michele e Luciana che negli anni mi hanno insegnato tutto quello che c’era da sapere riguardo al rifugio, ai sentieri, fiori, funghi, polente, cime e direzione delle nuvole, anche quest’anno mi hanno indicato quando avevo bisogno la direzione da prendere. Penso che il rapporto umano creatosi abbia permesso che questo passaggio avvenisse in modo quasi naturale. La mia ambizione più grande per questa stagione è riuscire a valorizzare al massimo il Rifugio e la Cima Sasso Bianco nella loro bellezza e semplicità. Spero di poter dare ad altre persone la possibilità di godere della bellezza di cui ho goduto io e trasmettere l’amore per quel luogo.”

Volevamo che Elena ci raccontasse il suo rapporto con la montagna in generale e con i luoghi attorno al Rifugio, e le abbiamo chiesto di non trattenere nessuna emozione ma di lasciarsi andare e di raccontarci di tutto l’amore verso questo posto. 

“Sono sempre stata una tipa da montagna, sin da piccola i miei genitori mi hanno portata a camminare in montagna. Il dover camminare per raggiungere un luogo mi è sempre piaciuto come concetto, il dover fare un po’ di fatica ma poi avere tanta soddisfazione mi ha sempre divertito come modo di approcciare una situazione. Da bambina in realtà le mie montagne sono sempre state quelle Lombarde e Piemontesi, durante l’adolescenza grazie ai nonni veneti ho scoperto le Dolomiti ed è stato amore. Prima di quel momento le avevo solo viste in foto, o sull’etichetta dell’acqua, un po’ le avevo immaginate nella mia testa ma dopo averci passato la prima estate, aver raggiunto qualche cima, fatto qualche camminata ho capito che difficilmente altre montagne mi avrebbero fatta sentire così. Durante le estati del Liceo e dei primi anni di università siamo stati ad Alleghe nel mese di Agosto ed è proprio in una di queste estati che ho trovato il Rifugio Sasso Bianco.

È difficile da spiegare ma è stata come una cotta, che poi si è trasformata in amore e dedizione verso una realtà che mi aveva fatto sentire accolta e completa. Era una delle ultime vacanze con i miei genitori e abbiamo dormito una notte al rifugio per fare le foto al tramonto sul Civetta (mio padre è appassionato di fotografia paesaggistica), parlando la sera con Michele, il proprietario, mi sono proposta per salire ad aiutarlo l’estate successiva. Da quella chiacchierata informale è iniziata la mia avventura al Rifugio Sasso Bianco per le estati successive ad aiutare, fino a quest’anno che lo prenderò in gestione.
Il primo anno mi è servito per prendere le misure e capire come funzionasse davvero la vita lì. Nonostante le lunghe giornate lavorative non c’è stata una sera in cui mi sia pentita di essere lì, a 2000 metri senza tutti i comfort a cui ero abituata a casa, vedevo le storie su IG dei miei amici al mare in vacanza, non ho mai provato invidia o desiderio di essere altrove. Questo mi ha fatto sentire completa, nel posto giusto. E penso sia stato questo spirito, questa sensazione di benessere a farmi tornare l’anno dopo e poi tutte le estati successive.
Per arrivare al rifugio anche noi dobbiamo fare un pezzo a piedi, dall’arrivo della teleferica al rifugio, uno dei miei momenti preferiti è l’inizio stagione: quegli ultimi metri di dislivello prima del rifugio percorsi con trepidazione e gioia di essere di nuovo lì, il silenzio vibrante del bosco, l’odore di umido del sottobosco. Come se ad ogni passo qualcosa dentro di me si accendesse, questa penso sia una delle sensazioni più belle, quel sentimento di “sto tornando” che con gli anni è diventato un po’ come “tornare a casa”. 



Negli anni è cresciuto, non solo il mio rapporto con quel luogo, ma anche il rapporto con i proprietari, i figli dei proprietari e qualche cliente abituale. Ogni Ferragosto Michele sale all’alba ad una croce poco sotto la cima del Sasso Bianco in ricordo di un suo amico. Negli anni è sempre salito con un suo gruppo di amici, che piano piano sono invecchiati e hanno smesso di salire, e ora siamo io e lui a portare avanti questa tradizione. Mi piace vedere in ciò un parallelismo simbolico con l’esperienza a cui vado in contro, come un passaggio di testimone tra la vecchia e la nuova generazione.  Per non parlare dello spettacolo che non può essere descritto a parole dell’ascesa alla cima all’alba. Partire con la luce della Luna e salire piano piano in sintonia con la luce del Sole che dipinge di rosa le punte delle cime circostanti;  è uno dei ricordi che ho più cari di ogni estate al Rifugio.
E’ stato un percorso che mi ha fatto affezionare sempre di più al rifugio, ai suoi boschi, allo stile di vita che richiede, e che mi ha fatto capire che non avrei potuto sopportare il fatto che rimanesse chiuso privando la comunità di questo posto. Penso che alla fine di tutto i principali motivi che mi hanno spinto ad essere sicura di questa scelta siano stati: il non sopportare che rimanesse chiuso, come mi fa sentire essere lì e l’aver trovato la persona giusta (Ale) che mi supportasse in questa avventura.”



Abbiamo chiesto ad Elena cosa si prova a trasferirsi da Milano alle Dolomiti, come sta affrontando questo cambiamento e quali consigli dare a chi volesse cambiare vita e trasferirsi sulle Dolomiti. “La mia esperienza personale non è stata proprio una scelta di vita, è stato un sentire che era il momento giusto, ho trovato il posto giusto e le persone giuste, il momento di “buttare il cuore oltre all’ostacolo” e farsi guidare dalle sensazioni. Bisogna essere un po’ folli e prendere il coraggio di farlo. Scegliere di prendere in gestione un’attività come un rifugio non è facile perché oltre al lato estremamente romantico e genuino del vivere a contatto con la Natura, accogliere chi di passaggio, seguire i ritmi di un posto autentico come un rifugio di alta montagna,  godere di un tramonto mozzafiato ogni sera c’è anche il lato pratico e razionale, è un lavoro che richiede impegno e dedizione, forza di volontà, capacità di gestione e a tutto si aggiunge che sei a 2000 metri e lì le macchine non arrivano, neppure Amazon se ti serve qualcosa all’ultimo. Bisogna essere capaci di accettare il rinunciare di certe comodità, rimboccarsi le maniche e fare tutto ciò che è necessario per far funzionare un posto così dove l’acqua è da scaldare e la connessione internet va e viene.” ci spiega Elena. “Io mi ritengo estremamente fortunata per il legame che si è creato con i proprietari del rifugio, mi ha permesso di comprendere i ritmi di quel posto, il modo di ragionare delle persone locali, le necessità di una comunità  così autentica che va preservata e valorizzata. Il mio trasferirmi per ora non è permanente, inizio con questa stagione aiutata da  Alessandro e poi magari con la prossima e chissà forse un giorno per sempre. Fa paura lasciare le proprie certezze. Il consiglio che darei penso sia il non vedere il lasciare la città o la propria vita come una possibilità di “scappare”, ma come una scelta nell’ottica di “questo mi fa stare bene, sentire completo e soddisfatto”. Penso sia lo spirito giusto per affrontare l’inizio di una nuova avventura che dietro al sogno romantico nasconde fatica, dedizione e tante incertezze. Inoltre, grazie alle persone che ho incontrato, ho capito che bisogna partire ambiziosi di cambiamento ma umili, capaci di ascoltare e sentire un territorio delicato e prezioso e a volte molto “impervio” come quello delle Dolomiti. Con le sue caratteristiche e le sue specificità.”

Attività e progetti per il futuro 

Le attività, le collaborazioni e le iniziative che ha in mente Elena e che sta cercando di realizzare sono davvero meravigliose. Negli anni passati lavorando durante la stagione estiva ho avuto la possibilità (e la fortuna) di anno in anno di capire e studiare le caratteristiche che rendono unico il mio rifugio. Il mio sogno è quello di essere capace di valorizzare la struttura, la cima poco sopra da cui prende il nome il rifugio, e i suoi dintorni senza far perdere la sua essenza incontaminata e magica. 

Se ci penso sento già le risate la sera sul terrazzo oppure le urla dei bambini che giocano sul pratone davanti al Rifugio. Giuro che se chiudo gli occhi già lo vedo. Superata la parte tecnico-organizzativa per rifornimenti, refresh del menù da parte di Alessandro, ma sempre senza perdere quell’essenza della cucina locale. Mi sono buttata a capofitto nel cercare persone e realtà allineate al mio obiettivo, come i ragazzi di Dolomiti da Sogno. Ho sentito qualche giovane guida ambientale escursionistica della zona per organizzare escursioni ad hoc per far conoscere i boschi limitrofi e la flora e fauna che li contraddistingue; e poi perché no per gustare qualche buon piatto in compagnia con una vista mozzafiato una volta arrivati al rifugio. Con collettivo di giovani guide stiamo provando ad organizzare delle attività didattiche per i bambini per educarli alla montagna e al rispetto dell’ambiente che li ospita. Inoltre, dato che troviamo il pratone perfetto  per diverse attività, stiamo organizzando qualche evento di Yoga ad alta quota con delle Insegnanti di Yoga accreditate anche loro Milanesi. Questa modalità mi diverte molto perché oltre ad unire due mondi come montagna e yoga, mi piace che ci sia gente che si sposta e prova a spostare qualche attività dal centro città a luoghi meno battuti. Inoltre, con una visione un po’ più ampia vedo gruppi di persone e pensieri che hanno la possibilità di incontrarsi che altrimenti non avrebbero. Idee, personalità e storie che si intrecciano, lo trovo fantastico! Una contaminazione non invasiva, ma che con le giuste sinergie può creare nuove opportunità. Stiamo anche lavorando anche un po’ sulla location ad esempio aggiungendo qualche pouf da noi creato con il metodo dell’up cycling (per non sprecare risorse e dare nuova vita ad oggetti che altrimenti andrebbero dismessi) sul pratone per renderlo più utilizzabile e potersi godere comodamente la vista sul monta Civetta e un po’ di meritato riposo dopo l’ascesa al Sasso Bianco.”

Se questa storia emozionante di Elena non fosse ancora sufficiente per convincervi ad infilare gli scarponi e salire a conoscerla, eccovi qualche info anche sul Rifugio Sasso Bianco (che vi faremo conoscere ancora meglio nel corso dei prossimi mesi). Il Rifugio Sasso Bianco si trova sotto la cima del Sasso Bianco (2407 m) su una splendida terrazza prativa che si affaccia sul Monte Civetta.  Al momento il team è composto da Elena ed Ale in cucina, ci saranno poi altri ragazzi ed amici che passeranno a dare una mano. Saranno sempre pronti ad accogliervi ed offrirvi piatti tipici semplici e gustosi, due chiacchiere e a prendersi cura del vostro soggiorno per regalarvi un’esperienza all’insegna del relax e del divertimento. La struttura dispone di un’ampia sala da pranzo e di una terrazza esterna per i pasti; mentre per il pernottamento il rifugio è attrezzato di un camerone con letti a castello. Una volta arrivati al rifugio grazie a sentieri che offrono interessanti scorci su Pelmo e Civetta durante l’ascesa, dopo un pit stop a base di piatti tipici e dolci fatti in casa, è possibile proseguire verso la Cima Sasso Bianco (2407m. – ascesa 2 ore su sentiero) che offre una vista a 360° sulle Dolomiti (quando il cielo è limpido vi sembrerà di toccare la Marmolada, provare per credere!!). La Cima Sasso Bianco è anche detta “il Belvedere delle Dolomiti” per la vista mozzafiato che offre agli appassionati escursionisti che la conquistarono! 

Se cercate un posto autentico, dove si arriva solo a piedi,  con una vista spettacolare il Rifugio Sasso Bianco fa per voi!