Uno dei rifugi più belli che abbiamo visto sulle Dolomiti è uno degli ultimi dell’Alta Via n. 1 che parte da Braies e arriva a Belluno, il Rifugio Bianchet. Gestito da Enzo da ormai 13 anni, il Rifugio Bianchet si trova in mezzo al bosco ai piedi del Gruppo della Schiara ed è uno dei Rifugi in cui ho respirato più serenità rispetto a tanti altri sulle Dolomiti.
Lo abbiamo raggiunto nella nostra traversata dopo essere partiti da Soffranco e aver fatto visita a Elena del Rifugio Pian de Fontana, prima di scendere a La Stanga dove avevamo lasciato una delle due auto. La storia di Enzo, ex falegname, è una storia di pazienza, di fatica, di cura e di amore per le Dolomiti. Parola a lui!
Enzo, siamo arrivati qui ed è tutto meraviglioso, ma abbiamo visto pochi animali e poche persone, come mai?
“Il caldo fa andare gli animali al fresco, ci sono ma stanno in mezzo al bosco al fresco. Per le persone invece c’è una carenza purtroppo.. 13 anni che sono qui e ho sempre detto che io e il Rifugio Settimo Alpini siamo due rifugi “sfigati”, perchè siamo alla fine dell’alta via n. 1, ad 1,30h dalla civiltà. Il percorso screma molto, ha fatto la selezione, però loro non guardano le montagne, guardano l’arrivo all’autobus, l’arrivo a Belluno per lo spritz in piazza. Dopo 10 giorni passati tra Rifugi dove ci si lava poco, dove in camera succede sempre di tutto e di più, non vedono l’ora di scendere a Bellluno. E purtroppo questi due Rifugi, che sono alla fine, ci rimettono sempre.”
Durante il percorso abbiamo incontrato tantissimi turisti stranieri in viaggio lungo l’alta via o lungo la Monaco – Venezia, ma pochissimi italiani, nonostante fosse stata una bellissima giornata e nonostante il Rifugio sia alla portata di molti. “Ma io dico, per questi stranieri che arrivano dall’america, che si fanno 7 ore di aereo, hai voglia di perdere una giornata a guardarti una montagna?”
Essere qui per Enzo è stata una scelta di vita, ha sempre fatto il falegname e ad un certo punto, insieme alla compagna Sonia, hanno deciso di mollare tutto e di trasferirsi in quota per gestire il Rifugio Bianchet. Da Torrebelvicino a qui, ogni anno è stato in salita, ma facendosi su le maniche, armandosi di pazienza e di tanta buona volontà, sono riusciti giorno dopo giorno a costruire qualcosa di davvero unico, una chicca immersa nelle Dolomiti Bellunesi!
“Il fatto che queste zone siano un po’ taciute, silenziose, non è solo una sensazione ma è proprio la realtà. Questi turisti che vanno in montagna hanno in mente il “sasso” e il sasso c’è dappertutto e arriva anche su di tutto, questa è una zona molto selvaggia ma viene un po’ dimenticata proprio perché è selvaggia, e si ritorna al discorso di prima di quando la gente tende a scendere più che fermarsi.”
Come raggiungere il Rifugio Bianchet? Cosa c’è nei dintorni?
“Beh, qua per me è un’oasi, è un posto fantastico se sai cogliere il momento giusto, se sei libero con la mente. Tra le escursioni (tantissime) si parte dall’anello della Val Vescovà, partendo da questo rifugio e facendo il giro intorno al Pian di Grei, 4 ore da Rifugio a Rifugio e lassù c’è il paradiso. È anche una zona integrale, infatti non si può uscire dal sentiero tracciato. Cervi, camosci, lupi, c’è di tutto. Di altri giri, oltre ai classici Alta Via n. 1 e la Monaco Venezia, c’è il Monte Coro, bellissimo, con delle distese immense di rododendri. Poi c’è il balcone della Schiara, un arco naturale nella roccia che ti porta nella Val Ru dal Molin, Boral de l’orso, le Pale Magre, i viaz di Miotto ecc. Oltre ancora, vai sul Burel, dove i grandi Bee e Miotto hanno aperto molte vie e poi si finisce su questo grande sasso, meraviglioso, che nessuno affronta in scalata, pieno di vie che nessuno fa più, perché l’avvicinamento è lungo, che è la Schiara. Femminile, La Schiara.”
Abbiamo trovato in Enzo una persona super accogliente, molto disponibile, aperta al dialogo, al confronto e ovviamente molto molto simpatica. Consiglio a tutti di fare un salto al Rifugio Bianchet per concedersi un momento di vero benessere.