Siamo cresciuti tra le montagne della Val di Fassa, abbiamo mosso i primi passi nei prati in pendenza che proteggono questa valle insieme ai boschi, dalla tantissima roccia dolomitica che la circonda. Abbiamo percorso ogni sentiero e siamo andati alla scoperta di ogni angolo di questa vallata incredibile senza sapere che lì, a pochi passi, o magari lungo il nostro stesso sentiero, si trovava anche Elisa, giornalista di origine veneziana che oggi lavora proprio in Val di Fassa, campo base Canazei.
Siamo da sempre convinti che i social siano un ottimo strumento di comunicazione che può avvicinare persone ma che poi, quello che fa la differenza, è quello che succede nella realtà. Per questo, a luglio 2023 abbiamo deciso di abbattere il muro social e di organizzare una “reunion” con tante persone che abbiamo sempre conosciuto online ma con cui sarebbe stato bello condividere un’escursione e un pranzo in rifugio. Elisa è tra gli invitati e fin dai primi passi si dimostra una persona super disponibile che incuriosisce noi e Sebastiano. Da qui nasce l’intervista che potete trovare riassunta nei prossimi paragrafi e in versione integrale nel podcast “Andata e ritorno – Storie di montagna”.
Come racconta Sebastiano nella presentazione di questa intervista, “Elisa ti farà viaggiare nella storia della Val di Fassa. Analizzerà momenti storici diversi, dimostrando come le popolazioni locali hanno saputo adattarsi al mercato mantenendo intatte culture e tradizioni. Persino la lingua ladina, tipica di queste vallate, non è stata adombrata dalla modernità.”
Elisa ci racconta “Sono arrivata a Canazei in vacanza, come capita tantissime persone e poi molti anni fa ho incontrato quello che è diventato mio marito e quindi poi mi sono fermata qui. Non mi sono trasferita subito perché mi sono laureata in Architettura ho lavorato, ma poi sono ho deciso di andare a Canazei dove mio marito ha un’attività, e ho anche cambiato lavoro quindi è stato proprio un cambiamento radicale per me, però non nell’amore nella passione per la montagna, quello ce l’ho da quando sono bambina.”
Sebastiano ha chiesto a Elisa, data la sua esperienza, cosa accomuna una città storica come Venezia alle Dolomiti. “Ora stiamo vivendo dei fenomeni analoghi nel senso che le Dolomiti magari arrivano un po’ dopo rispetto alle grandi città le città d’arte come Venezia però siamo oggetto di overturism, per lo meno in alcuni periodi dell’anno” ci racconta Elisa. “Venezia ormai vive questa situazione tutto l’anno e invece noi ancora alterniamo le stagioni quindi l’inverno, l’estate ma proprio per questo da alcuni anni stiamo lavorando alle belle stagioni che sono ormai l’autunno e la primavera.
Addirittura gli investimenti di Trentino marketing in termini di promozione sono principalmente per queste due stagioni di mezzo, quelle che una volta non erano considerate in Val di Fassa, dato che per noi è un po’ complesso lavorare sulla primavera perché abbiamo un inverno molto lungo e con siamo una zona in cui le quote sono alte perciò la neve si scioglie è tardi e arriviamo la nostra primavera a giugno quando ormai è estate, quindi di fatto più o meno coincide, mentre l’autunno è una stagione che ci sta dando e ci ha dato finora delle soddisfazioni perché di fatto un prolungamento dell’estate. È vero che ci sono i cambiamenti climatici, però finora abbiamo diciamo assistito a quella che è la regola, perciò un periodo in cui il meteo è molto più stabile in cui hai ancora belle giornate abbastanza lunghe e molta molta meno gente, quindi il tentativo è proprio di spostare le persone, gli ospiti, dai classici mesi di luglio e agosto verso settembre fino a metà ottobre più o meno.”
A proposito di accoglienza, Elisa ci racconta come continui ad essere molto forte e molto presente su tutto il territorio, da molti anni fa, fino ai giorni nostri. “L’accoglienza è nata e questo perché la montagna è un territorio difficile. La Val di Fassa era una valle che contava pochissimo all’interno dell’impero austro-ungarico, ma ancor prima sotto all’interno dei confini del principato vescovile del di Bressanone.” ci racconta Elisa, “E però è sempre stata una terra di passaggio che tanti Pellegrini li attraversavano per raggiungere spesso anche, le zone dell’Alto Adige. E essendo una terra molto difficile con tanta neve, pensiamo un 100-200 anni fam era un territorio ostile, la montagna è un territorio ostile e molto più, più si sale di quota. Quindi c’era grande attenzione verso i pellegrini e le persone che viaggiavano, e si dava sempre accoglienza. Lo vediamo ancora oggi sulle chiese, su molte chiese della Val di Fassa, ma anche in tante altre zone del Tirolo, c’è dipinto all’esterno San Cristoforo. E questo perché? Perché si pensava che se una persona fosse morta senza essersi confessata, solamente guardando San Cristoforo, sarebbe stato liberato dai peccati. Questo ci fa capire che attenzione c’era verso le persone che semplicemente attraversavano un territorio. E poi, non so, proprio qui vicino a San Pellegrino, c’erano i famosi frati bianchi che accoglievano proprio i viandanti. C’era una strada che collegava proprio anche con le crociate. E c’era proprio un tragitto che facevano per raggiungere poi Venezia e imbarcarsi per le crociate. Quindi moltissime persone passavano da queste parti ed è rimasto questo senso di accoglienza. Inoltre, aggiungo solo questo, poi concludo: il sistema della società è fatto di solidarietà. Pensiamo al fatto che non esiste un ospedale vicino a noi, cioè il più vicino è a Cavalese, sono 45 minuti. Quindi, tutte le Croci bianche, Croci Rosse sono popolate di volontari. E così come i vigili del fuoco, ogni paese ha tantissimi vigili del fuoco e la propria caserma. Perché acqua e fuoco erano in pericoli costanti imminenti, insomma, a cui la popolazione doveva far fronte. E quindi ci si aiutava tantissimo, il volontariato che c’è in Val di Fassa, in tutto il Trentino, è molto forte, deriva proprio da questa necessità.”
Potete continuare ad ascoltare l’intervista in versione integrale su tutte le piattaforme podcast, tipo Spotify e.. piccolo consiglio, andate a visitare la Val di Fassa nel fuori stagione: ve ne innamorerete.