Durante una chiacchierata post pranzo con Chiara e Fabrizio del Rifugio Settimo Alpini, ci raccontavano la storia di Alessandro e della sua attività proprio ai piedi del Gruppo della Schiara e noi super curiosi lo abbiamo contattato subito per farci raccontare la sua storia! Alessandro, 40enne di Bolzano Bellunese, una località nel comune di Belluno, dopo essersi laureato in laureato in Scienze Forestali Ambientali presso l’università di Padova, e dopo numerose altre attività, ha avviato nel 2018 questo bellissimo progetto alle porte delle Dolomiti Bellunesi.
Ciao Alessandro, innanzitutto ti chiederei di raccontarci un po’ di te e del progetto del Miele della Schiara. Quando nasce questo progetto e perché proprio il nome “Miele della Schiara”? Che tipo di rapporto hai con le Dolomiti e in particolare appunto, con il Gruppo della Schiara?
Fin da piccolo ho dimostrato interesse nel mondo agricolo i miei nonni hanno sempre avuto terra da coltivare e animali da accudire. All’età di 12-13 anni, ho iniziato a frequentare assiduamente anche il mondo della montagna; prima con semplici camminate poi imparando ad arrampicare e fare scialpinismo ho compiuto diverse ascensioni sia in Dolomiti che fuori. Nel 2010 sono entrato nel Soccorso Alpino e dopo numerosi corsi ho ottenuto la qualifica di Tecnico di Elisoccorso ed Istruttore Regionale. Dal 2018 ho iniziato l’attività di Apicoltura. Attualmente la mia attività lavorativa si divide tra i turni di elisoccorso presso le basi di Pieve di Cadore e Treviso, l’Apicoltura e il Dottore Forestale come libero professionista.
L’attività di Apicoltura inizia quindi nel 2018, su incitamento di un apicoltore della zona, con l’acquisto di due nuclei. In poco tempo sono riuscito ad ampliare autonomamente le famiglie fino ad arrivare alle 40 attuali. Subito ha destato il mio interesse il fatto di poter produrre mieli di diversi tipi. Ho subito cominciato a fare spostamenti con l’obiettivo di produrre più mieli diversi possibile. L’ultimo “nuova esperienza” è stata quella dell’anno scorso di portare alcune arnie in laguna per produrre il miele di barena. L’apiario principale è sito a Bolzano Bellunese, dove vivo, ad una quota di 550 m s.l.m. proprio alle pendici della Schiara. Da qui il nome che ho voluto dare all’attività.
La Schiara è stato teatro di numerose avventure fin dai primi anni passati in montagna; inizialmente con camminate, poi percorrendo le ferrate e poi le vie alpinistiche, senza tralasciare qualche discesa con gli sci delle cime principali.
Quali sono le varietà di miele che vengono prodotte nella vostra azienda? Ci sono lavorazioni diverse dietro ogni varietà?
Con l’apiario sito a Bolzano Bellunese produco il miele di tiglio. Nelle annate favorevoli anche un ottimo millefiori primaverile e potenzialmente anche un miele di tarassaco (non ci sono ancora riuscito).
Spostando le api in altri apiari le varietà prodotte vanno dalle più comuni come l’acacia, il castagno e l’acero a quelle più rare e difficili da produrre come il millefiori di alta montagna, il rododendro ed il miele di barena (new entry dell’anno scorso). Quindi gli apiari si collocano dal livello del mare fino a quello più alto a oltre 1.600 m s.l.m..
Il processo di smielatura è pressochè uguale per tutte le varietà. Per produrre un miele monoflora è importante seguire molto bene il corso delle firoriture e spostare le api al momento giusto. Poi l’analisi del miele in laboratorio fa ad attestare la tipologia di miele prodotto.
Il cambiamento climatico sta influendo sulla produzione del miele? Se sì, in che modo? E quali possono essere le azioni da intraprendere per risolvere questo problema?
È la grande sfida degli ultimi anni. Riuscire ad avere una buona produzione nonostante i cambiamenti climatici. Il primo anno ho prodotto 30 kg in 3 settimane con un arnia sola. Tutti gli anni seguenti la produzione media per arnia si è aggirata sui 15-20 kg. Il fattore che penalizza di più sono le primavere con clima piovoso e freddo, considerando il fatto che la produzione si concentra nei mesi di aprile, maggio e giugno. L’anno scorso fino a metà giugno la produzione era pari a 0. Gli inverni caldi anticipano lo sviluppo delle famiglie che poi si trovano in difficoltà a sfamarsi quando si presentano delle primavere piovose e fredde.
Per questo motivo è molto difficile prevedere le mosse da fare; è un continuo osservare come evolve il meteo e le rispettive fioriture e decidere come muoversi considerando sempre un piano B nel caso non fosse attuabili gli spostamenti pianificati.
Anche quest’anno non si vive un bel periodo (ormai è diventata la normalità) non sono riuscito a produrre i mieli primaverili (tarassaco e ciliegio) e adesso probabilmente sarà compromessa anche la produzione dell’acero e dell’acacia.
Penso si possa fare ben poco adesso per contrastare questa tendenza del clima ed avere risultati a breve termine. Potremmo comunque iniziare a porre più attenzione alle azioni che compiamo ogni giorno; si consuma troppo! Basta vedere quanti rifiuti produciamo ogni giorno. Dobbiamo abituarsi a condurre una vita più semplice, evitare gli sprechi (dal cibo, al vestire, all’utilizzo dei veicoli), consumare cibi locali e non prodotti che arrivano dall’altra parte del mondo.
Abbiamo conosciuto Chiara e Fabrizio del Rifugio Settimo Alpini e ci hanno parlato di te e di questo progetto. Che tipo di rapporto c’è con le altre attività / con i rifugi della zona? O più in generale, con il parco delle Dolomiti Bellunesi?
Con Fabrizio e Chiara ci siamo conosciuti per la passione comune della montagna; con loro abbiamo anche fatto delle arrampicate insieme. L’anno scorso che hanno preso il rifugio mi hanno contattato per avere il mio miele.
Quali sono i piani futuri per questo progetto? Già per quest’estate oppure se avete delle idee / progetti che state portando avanti da anni e che si svilupperanno ancora nel futuro prossimo?
Per il futuro sicuramente sperimentare nuovi posti per produrre nuove varietà di miele, magari qualcosa all’interno del Parco Dolomiti Bellunesi. Se inizieremo ad aumentare le produzioni di miele, la distribuzione nelle varie realtà locali (ristoranti, piccole rivendite, rifugi).
Se una persona volesse acquistare del miele di vostra produzione, dove lo trova? Come può acquistarlo?
Per ora il miele si acquista direttamente in azienda, previo contatto telefonico o tramite contatto via instagram. Se quest’anno ci saranno delle buone produzioni il prodotto sarà distribuito anche su qualche rivendita locale.