Nel periodo di chiusura autunnale del Museo Etnografico Regole d’Ampezzo, abbiamo avuto la fortuna di conoscere Gioia, che ci ha portati in una visita privata alla scoperta del magico Museo delle Regole d’Ampezzo. Oggi vi raccontiamo di cosa si tratta, e vi parleremo della storia delle Regole d’Ampezzo.
Il Museo si trova nell’edificio dell’ex segheria delle Regole d’Ampezzo presso il Centro Culturale Alexander Girardi Hall in località Pontechiesa a Cortina d’Ampezzo. È situato in una storica segheria alla veneziana della Magnifica Comunità d’Ampezzo. Nell’antichità, dovete sapere che le segherie e i mulini a moto idraulico, erano assai numerosi nella valle del Boite.
Il percorso museale è incentrato sulle Regole d’Ampezzo di cui vi parleremo di seguito, quale secolare proprietà collettiva della valle di Cortina d’Ampezzo. Il museo si sviluppa su tre piani, al piano terra ci si può immergere nella storia dell’artigianato artistico locale (tra ferro battuto, ebanisteria e filigrana d’argento), dei costumi tradizionali e nella zona del Museo Elisabbetino, nel piano primo invece si scoprono le Regole d’Ampezzo e i concetti di casa e di famiglia Ampezzana. Al secondo piano invece, la storia del territorio, del pascolo e del bosco d’Ampezzo.



Cosa sono le Regole d’Ampezzo
Come saprete, in molte località europee, sopravvivono ancora oggi delle proprietà collettive, che a Cortina si identificano proprio nelle Regole d’Ampezzo. In questo territorio, boschi e pascoli sono da secoli proprietà collettiva della comunità originaria. La proprietà e l’uso collettivo delle risorse forestali e pascolive, hanno rappresentato per molti anni la fonte essenziale per la sopravvivenza della popolazione ampezzana, permettendo inoltre un uso sostenibile del territorio della valle.
Questo ordinamento, dalle origini antiche, stabilisce i diritti collettivi di godere e gestire il territorio. Le terre inoltre non possono essere vendute, né sono soggetti a mutamenti di destinazioni: è un patrimonio naturale, culturale ed economico, che può essere solamente tramandato ai propri figli.
Inizialmente le Regole erano due: Ambrizzola- Falzarego e Larieto. Poi crebbero, arrivando ad essere unidici al giorno d’oggi. Tra i Regolieri di oggi spuntano alcuni cognomi molto conosciuti a Cortina, come Lancedelli, Alverà, Pompanin, Menardi e molti altri. I Regolieri sono dei capifamiglia discendenti dall’antico ceppo ampezzano, che amministrano il patrimonio comunitario secondo i Laudi, le antiche leggi approvate dall’assemblea costituita dai capifamiglia.
Tra le finalità delle Regole vi sono la conservazione e la promozione della lingua, della cultura e delle tradizioni ladino – ampezzane. Le Regole gestiscono oggi circa 16.000 ettari di bosco, con taglio e vendita del legname e selvicoltura naturalistica del patrimonio forestale. Dal 1990 le Regole gestiscono anche il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo.
